Del nostro lungo itinerario on the road in Sudafrica, ricordo tutto: gli odori, i colori, il sorriso delle persone, il freddo della savana all’alba e i tramonti sulla jeep con l’adrenalina di vedere qualche felino sbucare fuori per andare a caccia.
Prima di partire, mi dicevano che l’Africa rimane dentro. Devo dire che ne ho capito il significato davvero, solo quando mi sono trovata lì, ma soprattutto quando sono tornata a casa.
Dopo avervi raccontato dei nostri safari, a terra e nei fiumi, dei canyon e del lungo e avvincente itinerario lungo la Garden Route, voglio parlarvi della nostra ultima tappa nella Penisola del Capo: cosa c’è da vedere a Cape Town e lungo tutta la penisola che prende il nome dalla città.
Siamo arrivati a Città del Capo dopo la nostra ultima tappa della Garden Route che da Arniston ci ha fatto percorrere gli ultimi chilometri di questa bellissima strada panoramica e ricca di punti scenografici incredibili.
Abbiamo soggiornato a Città del Capo per 3 notti. Sono stati sufficienti per vedere tutto ma con ritmi abbastanza serrati 😉
Il primo giorno siamo partiti in direzione della Penisola del Capo di Buona Speranza, dedicando un intero giorno alla visita del parco e dei dintorni.
Lungo la strada infatti ci sono già alcune tappe da non perdere. Innanzitutto ci siamo fermati a Kalk Bay per qualche foto e, percorrendo la 114 fino a Simon Towns, ci siamo fermati per una sosta d’obbligo a Boulders Beach per avvistare la numerosa e famosissima colonia di pinguini, Boulders Penguin Colony (ingresso 70R per gli adulit, 35R per i bambini).
Considerate che l’atmosfera è decisamente più turistica dell’angolo incontaminato che avevamo visitato qualche giorno prima a Betty’s Bay. Qui a Boulders beach,una baia sabbiosa con dei giganteschi massi avrete, in base all’orario decine e decine di turisti intorno, che inevitabilmente fanno rumore e disturbano la quiete della baia ma i pinguini sono talmente tanti (oltre 2000) che li potrete vedere da ogni punto della passerella che si spinge fino alla spiaggia.
Dopo qualche chilometro da qui, si arriva all’ingresso del Parco naturale (ingresso 610R per tutta l’auto e i passeggeri).
Il parco è ricchissimo di flora e di fauna: struzzi, antilopi, facoceri, babbuini e zebre la fanno da padroni.
Senza contare i panorami a strapiombo sull’oceano che mi hanno tolto il fiato (oltre che fatto scattare decine e decine di foto).
Ci siamo fermati velocemente alla croce di Vasco de Gama, il primo esploratore a circumnavigare la penisola del Capo nel lontano 1497. La sua impresa fu successiva a quella di Bartolomeo Diaz (dalla parte opposta della strada, potrete vedere l’altra croce a lui dedicata) che fu di fatto il primo a scoprire questo lembo di terra.
La sua impresa però era fallita dal momento che la sua nave si incagliò contro le scogliere, intrappolandolo nella False Bay per moltissimo tempo a causa delle forti correnti marine di questa zona.
Superato questo punto, ci siamo diretti verso il parcheggio dove lasciare la macchina e prendere la funivia Flying Dutchman (50R adulti e 20R i bambini) per salire fino al faro, il punto più alto e certamente il più turistico da dove è possibile ammirare il panorama sulla penisola.
Da lassù è possibile sia riscendere con la funivia ma anche a piedi, come abbiamo fatto noi.
Dalla base della funivia, Cape Point, dove si lascia l’auto parte poi il percorso che conduce alla vera Punta del Capo di Buona Speranza. Il sentiero, di circa 3 chilometri e mezzo, che noi abbiamo percorso in circa 1 ora, pur fermandci di continuo a fare foto e ammirare il bellissimo paesaggio . Il sentiero attravesa una grande scogliera, permettendo di ammirare da numerosi punti panoramici, un’alternanza di spiagge bianchissime e rocce frastagliate su cui si infrangono le onde dell’oceano.
Il percorso è medio-facile non tanto per la ripidità quanto per il sentiero sulle rocce in alcuni tratti un pò impegnativo.
E alla fine il sentiero scende giù veloce fino al famosissimo cartello che segna l’arrivo al Capo di Buona Speranza.
Ovviamente qui ci si arriva anche via strada, ma il sentiero dal parcheggio della funivia a qui, per me è da fare, regala panorami che non avreste altro modo di vedere.
Ripresa l’auto (ovviamente tornando indietro a piedi..) abbiamo ripercorso le strade fino all’uscita del parco.
Per tornare a Città del Capo abbiamo seguito le indicazioni per Noordhoak imboccando la M65 fino ad arrivare alla Chapman Peak Drive, una delle strade panoramiche più belle al mondo da percorrere rigorosamente al tramonto. (ingresso 45R per auto).
La strada stretta e tortuosa costeggia la scogliera, la Chapman’s Peak, insinuandosi nella montagna tra gallerie naturali e strette curve, a strapiombo sull’Oceano Atlantico.
Terminati questi pochi chilometri, si attraversa la Baia di Hout che con i profili disegnati dalle montagne a ridosso, dà la possibilità di godere di un altro panorama su cui sembrano disegnarsi forme e volti d’altri tempi.