Trenino Rosso del Bernina: le nostre fermate

La linea del Bernina, patrimonio Mondiale dell’UNESCO, collega la cittadina di Tirano alla più famosa cittadina di St. Moritz, 60km di ferrovia, con circa 190 ponti, 60 gallerie, ponti elicoidali e viadotti…e tutto senza cremagliera!  Si parte da 429mt sul livello del mare, per arrivare ai 1700 circa di St. Mortiz, passando dal punto più alto a 2253mt di Ospizio Bernina.

Lungo la linea del Trenino Rosso del Bernina le fermate sono all’incirca 16. Se scegliete come noi di acquistare il biglietto di seconda classe (leggi il post precedente per sapere quali biglietti si possono acquistare) per fare delle passeggiate, allora partite presto. Noi abbiamo preso il treno delle 9:40 (se non fosse stato Capodanno probabilmente avremmo preso quello prima delle 9) e quando avevo contattato l’agenzia mi era stato risposto che essendo gennaio, probabilmente avrei trovato molta neve, molto ghiaccio e tanto freddo da non poter fare alcuna passeggiata. Arrivati in Valtellina invece abbiamo trovato un bel sole, poca neve (a valle addirittura niente) e un freddo accettabile. Così, appunti alla mano, abbiamo scelto fra le fermate che avevamo studiato nei vari blog (preziosissimi i consigli di Valentina Cappio..ve l’avevo già detto, no?).
Col senno di poi, la scelta di salire sul treno il 1 gennaio è stata azzeccatissima visto che poi il giorno dopo sono arrivati la neve e il brutto tempo.
Sul treno tenete la macchina fotografica sempre a portata di mano, i panorami sono mozzafiato e la voglia di scattare sarà altissima! Sedetevi e godetevi il panorama, anche per i piccoli lo spettacolo è assicurato. Il mio per esempio ha seguito tutto il percorso sulle mappe che si trovano sui tavolini in mezzo ai sedili e ha scattato anche un pó di foto con la mamma!

Partiti da Tirano e attraversata letteralmente la cittadina, si entra immediatamente in territorio svizzero: Campocologno e Campascio sono le prime fermate, principalmente di salita per ulteriori turisti. Tutta la prima parte del percorso l’abbiamo vista senza un fiocco di neve, anzi paesaggio brullo, montagne dai colori invernali in attesa di essere ricoperti dalla neve, ma non per questo meno affascinanti.

Il primo simbolo della tratta ferroviaria si attraversa quasi subito: il viadotto elicoidale di Brusio, un’opera di alta ingegneria che consente al treno di superare un dislivello di 30 metri in uno spazio davvero ristretto.

(questa foto l’ho in realtà scattata 2 giorni dopo, tornando a Poschiavo dopo che aveva nevicato :-).. )

Subito dopo, il lago di Poschiavo, un lago formatosi migliagia di anni fa dopo una grossa frana che spezzò il corso del fiume.

Superato l’omonimo borgo, il treno inizia ad inerpicarsi sulle montagne raggiungendo i 2000 mt di Alp Grum, la nostra prima sosta. Questo è innanzitutto un punto panoramico fra i più belli, avrete davanti il ghiacciaio Palù, la piana di Cavaglia e, in fondo, Poschiavo.

Da qui, parte (alle spalle dei binari) un sentiero che in circa un’ora e mezza ci ha condotti a Ospizio Bernina, la fermata successiva. Il percorso ha un difficoltà media (non lo consiglio nel caso abbiate un passeggino), ma passata la prima parte in salita, poi diventa più morbido e vi farà vedere dei panorami incredibili a perdita d’occhio.  Si passa la diga e nella seconda parte si costeggia il Lago Bianco, un bacino alimentato dal ghiacciao del Cambrena che alimenta poi l’Adda, di conseguenza il Po e finisce quindi nell’Adriatico. Sul lago (ghiacciato) si può camminare ma noi abbiamo preferito fare il percorso battuto che lo costeggia.

Il suo contrapposto, il lago Nero (che poi potrete ammirare dal treno ripartendo da Ospizio), alimenta invece l’Inn, poi il Danubio per finire quindi niente meno che nel Mar Nero.

Se vi interessa fare questa passeggiata, tenete d’occhio come vi dicevo, gli orari del treno. Noi abbiamo ripreso quello delle 13:15 da Ospizio Bernina, la stazione più alta della tratta che segna anche il confine linguistico tra l’italiano (parlato nella valle di Poschiavo) e il tedesco (parlato nell’Engandina).

Le successive  fermate sono Bernina Laglab e Bernina Diavolezza, per chi vuole sciare qui ci sono impianti di risalita e piste.

Dopo queste si arriva al Monterasch, dove se il tempo lo permette, è molto consigliata la passeggiata fino al ghiacciaio. Il gigante che in 160 anni ha lasciato spazio  alla vegetazione, ai ruscelli e alle piante, si scorge fin da subito, ma via via che vi avvicinerete, potrete ammirare la sua imponenza.Noi siamo arrivati col sole ancora alto e abbiamo fatto il percorso fino in fondo senza difficoltà. Il percorso è adatto a tutti, anche ai passeggini tanto è largo e con un leggero dislivello. Per fare andata e ritorno, considerate circa un’ora e mezzo, ma se poi si perde il treno o bisogna aspettare un pochino, alla stazione c’è, oltre ad un’area giochi per bambini (rigorosamente all’aperto), un bel rifugio e anche una sala d’attesa del treno chiusa e riscaldata! Appena è sceso il sole, infatti, è arrivato anche un gran freddo perciò noi siamo corsi ai ripari…

Da Monterasch, ci siamo pori diretti a St. Moritz arrivando nel tardo pomeriggio.

Sapevamo già di preferire le fermate intermedie piuttosto che la mondanità di questa famosa cittadina quindi le abbiamo riservato solo il tempo per una passeggiata sulla via principale e una fetta di torta al caffè Hansellmann, ottimo rifugio dal freddo e dalla stanchezza della giornata.

La nostra bellissima e intensa giornata a bordo del trenino rosso, è finita affacciandoci sul lago ghiacciato di St. Moritz, guardando la gente pattinare e andare a cavallo.

Per rientrare abbiamo quindi ripreso il treno delle 17:48 che arriva fino a Poschiavo. Poi un efficiente servisio di autobus ci ha riportati fino a Tirano.

Che ne dite del nostro itinerario e delle fermate che abbiamo scelto?

Cosa mettere in valigia per la settimana bianca

Non so voi, ma io la valigia per la settimana bianca la trovo… FACILE… permettetemi di dirlo. Facile per me che lascio a casa quei pochi trucchi che di solito uso, collanine, braccialetti e anelli che di solito ho sempre dietro, mi spoglio di tutti i vezzi nell’abbinare modelli e vestiti, porto solo un pettine tanto è inutile tentare di spazzolarsi bene i capelli visto che i cappelli di pile spiaccicano ogni bene e riempio la valigia di pile, magliette termiche e pantaloni tecnici..TOP! Una valigia che quindi ha poche pretese se non stare comodi e coprirsi bene.

Se però passiamo alla valigia per mio figlio, da mamma premurosa-che-vuole-pensare-a-tutto, comincio a fare la lista delle cose che assolutamente non devono mancare. Ieri, con la preziosa collaborazione del mio piccolo viaggiatore, abbiamo fatto insieme la sua valigia e mi ha stupito come abbia ben chiari certi passaggi.

Vi racconterò cosa abbiamo messo nella valigia per la settimana bianca, quello a cui ha pensato lui e quello che ho messo io per lui, perchè possa avere il necessario per sciare, trascorrere qualche giorno di vacanza e tamponare qualche eventuale disagio/malanno.

Ha esordito dicendo “Mamma, se dormiamo fuori, dobbiamo portare i librini da leggere quando si va a letto“. E niente…lo adoro perchè anche io, quando parto, penso sempre a quale libro da leggere portare (stavolta ne ho comprato anche uno per l’occasione…yeahh). E quindi per prima cosa gli ho fatto scegliere 3/4 librini da portare. Su quali edizioni di solito compriamo perchè ottime e soprattutto leggere da portare in valigia, ve ne ho già parlato qui. Stavolta ha optato per il furbo Guizzino, l’inseparabile Pezzettino, l’intramontabile Pinocchio e un’istruttiva “Favola di Mamma pipistrello“. Per finire il giro, abbiamo messo in valigia anche due album da colorare, i pennarelli, le carte di UNO, quelle inseparabili di Piratatak e di Sparala Grossa. Confesso che ci porteremo dietro anche un lettore per guardare i cartoni, che useremo per il viaggio visto la sua poca passione per il tempo da trascorrere in auto.
Quando saremo lì, in hotel ci aspetta una sala attrezzata con giochi per bambini e spero anche altri bambini, quindi avranno sicuramente come intrattenersi. Mi porto dietro gli album da colorare e il memory perchè l’anno scorso ad esempio, dopo aver giocato nella stanza dei giochi, i bambini si mettevano tutti intorno ad un tavolo a condividere i giochi che ognuno aveva portato.

Detto questo passiamo invece all’abbigliamento da mettere nella valigia per la settimana bianca. Qui ho cercato di concentrare tutto e ho fatto delle scelte, che ne pensate? Ho dimenticato qualcosa?

  • tuta da sci (ovvio, ma si parte da quella)
  • stivaletti doposci
  • 1 paio di scarpe da ginnastica (per stare in hotel)
  • guanti da sci e guanti di lana (per le passeggiate in paese)
  • scaldacollo
  • 2 cappelli  e dico 2… l’anno scorso infatti ci è capitato di perderlo e quindi menomale che la mamma c’aveva pensato (nulla di male, tutto si può comprare, figuriamoci un cappello di pile in una località sciistica, ma a volte averlo a disposizione, facilita)
  • 2 pileIMG_7192_250
  • 1 felpa
  • 2 maglie termiche
  • 1 calzamaglia tecnica
  • 3 maglie a maniche lunghe (per stare in hotel), ovviamente ha scelto le sue preferite
  • 1 pantalone di pile e 1 pantalone da tuta
  • calzini pesanti (anche di ricambio da tenere nello zaino, perchè a noi è capitato spesso di bagnarli)
  • calzini antiscivolo per giocare in hotel al mini club
  • un micro asciugamano (me lo terrò nello zaino per ogni evenienza)
  • occhiali da sole, mio figlio ne è un utilizzatore estremo
  • pigiama, ciabbatte e biancheria intima
  • una crema solare (l’anno scorso tempo splendido, magari riusciamo a replicare?)
  • uno stick labbra per il freddo
  • spazzolino, dentifricio (ovviamente)
  • un antipiretico per la febbre, termometro da viaggio, lo sciroppo per la tosse, dei fermenti e, trattandosi di maschietto, il kit emergenza-per-infezione-al-p******ino.  Direte “accidenti, addirittura?”. Addirittura si, il mio bimbo non ne soffre spesso, gli è successo solo due volte in vita sua, ma l’ultima si è verificata proprio l’anno scorso, il primo giorno della nostra settimana bianca. Quindi… anzichè chiamare la pediatra da 2000 metri, farsi infamare perchè sono lassù  e poi  implorare il farmacista di paese di darmi l’occorrente da lei indicato per sfiammare, stavolta parto attrezzata!
  • infine qualche snack e qualche barretta di cioccolata da tenere nello zainetto quando saremo sulle piste e la fame si farà sentire. E poi perchè la cioccolata scalda, no?

Mi pare non ci sia altro, adesso sta a voi dirmi cosa ne pensate.
Sono riuscita a concentrare abbastanza? E soprattutto….ho dimenticato qualcosa nel preparare la valigia per la settimana bianca?

Morbegno, il Bitto e la Famiglia Ciapponi

Metti la Valtellina, una giornata nevosa, un consiglio di un’amica ed eccoci a Morbegno, la patria del più buono formaggio DOP valtellinese: il Bitto.

A circa un’ora da Tirano si trova questo delizioso borgo ai piedi delle Alpi Retiche, sempre in provincia di Sondrio, che ci ha regalato un percorso gastronomico attraverso la memoria di uno dei suoi abitanti più famosi. Continue reading “Morbegno, il Bitto e la Famiglia Ciapponi”

Capodanno sul Trenino Rosso del Bernina: istruzioni per l’uso

Quest’anno avevamo pochissimi giorni a disposizione per Capodanno perciò serviva un posto non troppo lontano da raggiungere, magari in montagna e con qualcosa di sfizioso da fare e vedere.
E così, dopo un pranzo di famiglia, nel mese di ottobre, durante il quale i miei zii ci raccontavano di questo affascinante percorso con il Trenino Rosso del Bernina tra l’Italia e la Svizzera che loro avevano fatto d’estate, ci siamo detti “perchè non andarci per Capodanno?” Continue reading “Capodanno sul Trenino Rosso del Bernina: istruzioni per l’uso”