Dopo la sosta a Postumia durante il nostro viaggio di agosto, siamo rimasti così affascinati del mondo carsico sotterraneo che ci siamo messi a cercare altre grotte da visitare sulla strada del ritorno verso casa. Abbiamo così scoperto che, in Slovenia, a 15 km dal confine italiano, nei pressi della citadina di Divača, c’è il parco delle grotte di San Canziano (Skocjanske jame), dichiarato dal 1986 patrimonio naurale dell’Umanità dall’Unesco.
L’eccezionalità di queste grotte e il loro intreccio sotterraneo, sono dati da profondo canyon che è possibile addirittura attraversare camminando sopra un ponte sospeso. Il labirinto di grotte, gallerie, ponti naturali e doline fu formato dal fiume Reka che in corrispondenza dell’ingresso alle grotte, scompare nel sottosuolo, penetrando in una gola lunga 3,5 chilometri e alta oltre 100 metri. Il percorso che ha scavato ha fatto sì che tra l’entrata più alta e la parte più bassa accessibile, ci siano 200 metri circa di dislivello. Il fiume entra nelle grotte dopo appena 50km dalla sorgente e riemerge solo nei pressi del golfo di Trieste, per sfociare nel mare Adriatico.
In alcuni punti del suo percorso sotterraneo, ha creato nel corso dei secoli delle vere e proprie sale, fra cui la sala sotterranea più grande finora scoperta in Slovenia e anche una delle più grandi nel mondo.
Per visitare le Grotte di San Canziano ci sono tre percorsi fra cui scegliere: quello nel canyon sotterraneo accompagnati da una guida, quello lungo il Reka verso il sottosuolo da fare anche da soli e un itinerario circolare intorno al parco per conoscere l’ecosistema intorno.
Noi abbiamo scelto i primi due percorsi (21€ a persona, 11€ ridotto per bambini) e li abbiamo fatti in circa 3 ore.
La temperatura all’interno è di circa 12 gradi e c’è pochissima luce che, se da una parte impedisce di fare le foto, dall’altra rende molto suggestivo il percorso.
La visita guidata verso il percorso sotterraneo inizia attraversando un tunne artificiale di 100 metri che conduce nella Grotta del Silenzio, una galleria fossile ricca di formazioni calcaree.
Si attraversa la Sala chiamata del Crollo, a causa appunto di un crollo avvenuto 12000 anni fa a causa di un terremoto, che lasciato solo i resti di una grande volta.
Nella Sala Grande, lunga 120 metri, larga 60 e altra 30 c’è la formazione più vecchia che risale a 250.000 anni fa: il Gigante. In questa sala la volta è bianca grazie al carbonato di calcio e in questa parte delle grotte siamo riusciti ad intravedere varie forme nelle formazioni rocciose davantia noi: da un orso all’uomo col cappello, dalle forme dei cosidetti “gemelli” ad addirittura una simil regina.
All’interno della grotta vivono molti pipistrelli che d’estate si affacciano verso la zona che dà verso l’esterno mentre d’inverno si rifugiano nella parte più interna. Addentrandosi verso l’interno, oltre ai versi di questi animali, si inizia a sentire sempre più chiaramente il rumore del fiume, fino a che nella Grotta del Rumore non se ne distingue molto bene il suo corso sotterraneo.
Ma il momento più scenografico è sicuramente l’attraversamento del ponte sospeso a 50 metri di altezza che ci ha fatto passare da un lato all’altro del canyon.
Il canyon termina poi con un’uscita piuttosto ridotta, tant’è che in caso di forti pioggie si creano delle vere e proprie inondazioni per la quantità di acqua che si accumula nella grotta e poi fuoriesce. L’ultima grande inondazione risale al 1965.
In alcuni punti è possibile distinguere lungo le pareti opposte all’attuale sentiero, il percorso usato nelle prime fasi esplorazione di queste grotte. Un percorso che fa venire i brividi a osservalo da lontano perchè privo di qualsiasi sistema di sicurezza, a strapiombo lungo i fianchi delle pareti rocciose e con pochissime corde a supporto.
Dalle grotte si esce gradualmente, passando accanto a delle bellissime cascate sotto ad un ponte naturale.
Da lì si viene accompagnati verso il percorso circolare esterno che consente di passare attraverso l’entrata naturale del fiume Reka nella prima sezione delle grotte. La passeggiata ha degli scorci che si proiettano verso l’interno della dolina, dei veri e propri canali di luce naturale che penetrano nelle grotte. Questa parte del sentiero si arricchisce di cascate, dei rumori delle rapide che forma il fiume e di meravigliosi riflessi delle formazioni rocciose sugli specchi d’acqua formati dal fiume.
Le Grotte di San Canziano sono state una sosta non prevista che ci ha letteralmente incantato, facendoci scoprire un altro pezzetto della Slovenia sotterranea.
Dove mangiare
A circa 5 chilomentri dalle grotte di San Canziano, abbiamo trovato un grazioso ristorante a gestione familiare completamente immerso nel verde: il Gostilna Godina (attenzione al navigatore, quando dice di girare a destra all’ultimo incrocio, girate invece a sinistra!).
Si tratta di una tipica trattoria slovena, molto frequentata dagli italiani di confine, dove siamo stati accolti con estrema simpatia e gentilezza dalla proprietaria che ci ha ben suggerito di ordinare il baccalà mantecato al tartufo, i fusi di scampi con porcini e (tanto) tartufo e un risotto ai frutti di mare. Un gustoso mix di cucina di mare con i sapori dell’entroterra sloveno.