Viareggio e le sue spiagge, Viareggio e la sua passeggiata, Viareggio e la Versilia.. Cose che sapete ma forse non tutti vi siete mai fermati a riflettere che prima di tutto Viareggio è il suo Carnevale: il Carnevale fatto col cuore che si tramanda di generazione in generazione fra i maestri carristi e la gente che ogni anno partecipa a questa manifestazione.
A me il Carnevale piace, ma i carri li avevo sempre visti solo in TV, con volti di politici che nell’anno avevano lasciato un segno nella storia del paese.
Visitare la Cittadella è invece tutta un’altra storia, è qualcosa che non ci si aspetta, io per prima non avevo idea di cosa mi sarei trovata davanti sabato scorso quando insieme al gruppo organizzato da Silvia Ciriegi per la prima #bloggingexperience, ci siamo recati lì.
La dimensione racconta già cosa è e quanto sia importante il carnevale per Viareggio e i Viareggini. I carri sono delle opere d’arte che nascono nelle menti dei maestri carristi, diventano dei bozzetti, poi dei modellini e nel corso dei mesi da agosto a febbraio, delle vere e proprie opere di oltre 20 metri, custodite gelosamente in ognuno degli hangar che ogni maestro ha a sua disposizione. Che siano maschera isolate, maschere di guppo, di seconda categoria o di prima, non importa… sono tutte delle opere di altissimo livello, ognuno con una storia, nata dalle emozioni e dal cuore di ogni maestro che l’ha realizzata.
Parlare con loro vuol dire addentrarsi nelle loro menti e scoprire da dove nasce l’idea di un carro e quanto lavoro c’è dietro ad una manifestazione di questa portata.
I primi a raccontarsi sono stati i Fratelli Cinquini che con il loro carro “Io sono Dio” hanno tirato fuori uno dei mali dei nostri giorni. Il loro carro rappresentava infatti il fallimento della comunicazione globale davanti ad uno strumento potente come quello di Facebook che l’uomo usa per mettere in mostra l’essere migliore degli altri. E così Zuckemberg troneggia sopra un leone d’oro, come un diavoletto che ha creato Facebook dove ognuno si eleva a Dio.
Ai lati del carro i teatrini dove persone vere hanno rappresentato l’uso di Facebook, come ad esempio la terrazza dei bannati.
Stefano ci ha fatto entrare dentro al suo carro come se ci stesse accogliendo a casa sua, ci ha invitato dietro le quinte e fino in cima per chi ha avuto il coraggio di salire fin lassù. Ogni carro ha un’anima e una regia che solo entrandoci dentro effettivamente si impara a capire.
Carristi non si diventa…si nasce…è una passione che si tramanda di generazione in generazione e l’emozione di Fabrizio Galli, il secondo maestro che abbiamo incontrato si percepiva mentre ci raccontava della vincita del suo carro, di quanto aveva fortemente creduto nella sua idea fin dall’inizio, dei tantissimi premi vinti prima di lui, da suo padre e suo zio.
Tutto ha trascinato nella sua storia e nella sua devozione all’arte del Carnevale. Barbarians è nato anch’esso dalla paura del degrado culturale ed economico dei giorni nostri. E’ nato dalla distruzione di Palmira, dalla voglia di raccontare cosa una tale distruzione avrebbe potuto rappresentare nel nostro paese. E così si è immaginato la distruzione del David di Michelangelo, sfidandone la creazione e riproducendo una statua tre volte piu grande di quella vera.
Questo carro ha vinto nella sua categoria, tra la giuria tecnica e tra i giornalisti, superando le illazioni fatte contro la sua realizzazione in occasione dell’attentato di Parigi. Fabrizio Galli è andato oltre, con un carro di 20 metri che ha dominato la scena anche grazie ad una innovazione scenografica data dalla statua del David rovesciata davanti al diavolo.
Di questi carri non immaginavo molte cose. Non immaginavo ci fossero artisti di questa portata a crearli, non avevo idea dell’arte, della devozione e della cultura di questa manifestazione. Non avevo mai pensato all’enorme perdita di ogni anno quando a fine estate, questi carri vengono distrutti per poter ricominciare a creare quelli nuovi. Non avevo idea che non potesse esistere un luogo dove custodirli se non nella memoria di chi li ha vissuti.
Grazie Viareggio… conoscere il tuo Carnevale è stato un vero onore.
Per i bambini: la Fondazione Carnevale, oltre a mettere a disposizione la visita di un bellissimo museo, organizza dei percorsi tematici che comprendono la visita agli hangar, al museo e un laboratorio tematico sulla lavorazione della cartapesta. Per ragazzi più grandi il percorso può essere più strutturato attraverso degli approfondimenti sulla creazione del carro, dalla satira alla grafica della creazione per finire con una vera e propria dimostrazione sulla cartapesta.
Per info visitate il sito museodelcarnevale.blogspot.com