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I nostri safari nella riserva privata di Mthethomusha

Mthethomusha

Non c’è dubbio che Sudafrica voglia dire safari. E’ stato il primo pensiero anche per noi e la prima domanda che ci hanno fatto tutti al nostro rientro.
E così dopo la prima tappa in Mumpalanga, ci siamo messi in cammino in direzione Nelspruit, con destinazione la riserva privata di Mthethomusha lungo i confini meridionali del Parco Kruger.

Vedere i famosi Big Five (rinoceronte, leone, bufalo, leopardo ed elefante) e tutti gli altri animali della savana, era il sogno di tutti, nostro e soprattutto del piccolo Simo.

Non sapevamo bene cosa aspettarci e la strada per raggiungere il parcheggio dove lasciare l’auto alle porte della riserva, ci ha avvolto ancora di più nel mistero. Il navigatore ci dava vicini alla riserva ma noi stavamo attraversando un villaggio sconfinato di piccole casupole, dove i bambini camminavano scalzi per la strada sterrata, le case sembravano abbandonate e il tempo scorrere lentissimo. Senza più nemmeno un cartello a darci manforte, siamo invece arrivati, dopo 7 lunghi e sconnessi chilometri, al Matsulo Gate dove i ranger ci aspettavano per accompagnarci nel cuore della riserva.

Nella riserva privata di Mthethomusha, si entra infatti solo con le jeep private e i ranger. Così abbiamo caricato i bagagli su una bella jeep scoperta e siamo partiti alla volta del Lodge, inerpicandoci in un paesaggio semi montuoso, un vero paradiso immerso nella natura dove gli animali sono liberi di girare e dove infatti la prima raccomandazione che ci hanno fatto è stata di non girare da soli al calar del sole, nemmeno da una camera all’altra. Nell’area dei lodge è infatti normale trovare durante il giorno innocui impala e kudu, mentre la notte si avvicinano anche elefanti e bufali, perciò… vietato camminare da soli!

La riserva si trova in un’area semi-montuosa dominata da enormi blocchi granitici ma dove comunque la vegetazione è fitta in molti punti. Essendo inverno, gli alberi erano privi di foglie e ciò da una parte, ci ha avvantaggiato negli avvistamenti.

Siamo rimasti nella riserva 2 giorni interi, in un’atmosfera completamente immersa nella natura partecipando a 4 safari, 2 al pomeriggio fino al tramonto e 2 all’alba fino a metà mattina.

Perchè abbiamo scelto una riserva privata

A chi mi ha chiesto perchè abbiamo scelto una riserva privata, rispondo che, sì è stato certamente più dispendioso, ma innanzitutto questo ci ha permesso di visitare un territorio malaria free e di non fare quindi alcuna vaccinazione.

Poi nella riserva si vive a stretto contatto con la fauna, facendo i safari con le jeep totalmente aperte e addentrandosi anche nei fuori pista se necessario (cosa che nei parchi nazionali, è vietato). I nostri ranger, Happy e Freedoom, ci hanno fatto sentire al sicuro e ci hanno spiegato, con grande dedizione, tutta la complessità del bush e la logica e le abitudini di ogni famiglia di animali incontrata.

Hanno avvistato per noi tantissimi animali, ascoltando la natura, osservando le tracce, attenti ad ogni rumore e facendosi guidare dalla luce del sole. E quando poi ci si trovava davanti ad un esemplare della savana, col motore spento e sottovoce, ci hanno mostrato come e cosa osservare di ogni animale (anche i loro escrementi!!).

Quali animali abbiamo avvistato

In questi due giorni, abbiamo potuto vedere impala, kudu, saltatori delle rocce, gnala e moltissimi altri erbivori presenti nella riserva. Abbiamo ascoltato alla radio gli altri ranger segnalare la presenza di un rarissimo predatore, il wild dog e siamo arrivati anche noi in tempo per osservarlo mentre, ahimè, sbranava la sua preda. Intere famiglie di elefanti hanno ostruito il nostro passaggio e non abbiamo potuto far altro che spegnere il motore e aspettare che la natura facesse il suo corso.

Ci siamo fermati ad ammirare 2 kudu che facevano la danza dell’amore, una giraffa solitaria, molte altre giraffe in gruppo, ma anche tante famiglie di rinoceronti bianchi, tanto grandi quanto apparentemente indifesi.

I parchi del Sudafrica sono purtroppo violati dai bracconieri che uccidono i rinoceronti per tagliare e rivendere il loro corno. Questo infatti è  molto diffuso nella medicina orientale, venduto come cura miracolosa per alcune malattie.

Qui nella riserva di Mthethomusha è in atto un programma a tutela di questi enormi animali e così, periodicamente, i rinoceronti vengono addormentati e il corno gli viene “limato” così che non siano obiettivo dei bracconieri e di conseguente estinzione.

Nella riserva privata di Mthethomusha sono presenti principalmente rinoceronti bianchi, che rappresentanto il secondo mammifero terrestre per grandezza, dopo gli elefanti.

Anche i bufali qui la fanno da padroni. Lo sapete che il bufalo è l’animale più cattivo tra i big5?

Pare infatti che sia il più pericoloso e imprevedibile: le sue corna sono una vera  e propria barriera con cui ci si andrebbe a scontrare e, se avvistati a piedi, è molto probabile che si venga caricati!

Gli elefanti invece sembrano (ma solo apparentemente a detta dei nostri ranger) molto pacifici, anche se rispetto a quelli asiatici sono decisamente più grossi! Mangiano per 18 ore al giorno quindi è praticamente scontato trovarli sempre a tirare le foglie dai rami degli alberi.

Facoceri, zebre di montagna, scimmie e babbuini ci hanno constantemente accompagnati durante i safari: dietro ogni curva e lungo i fuoristrada che le nostre guide ci hanno fatto fare, abbiamo fatto sempre un incontro inaspettato.

Trascorrere due giorni nella riserva privata di Mthethomusha è stata una bellissima esperienza. L’ultima sera abbiamo anche potuto partecipare ad una vera e propria cena tradizionale nel tipico boma africano, un grande falò attorno al quale cenare mangiando carne di agnello alla brace e tanti piatti tipici della cucina sudafricana sotto un bellissimo cielo stellato.

In molti mi hanno chiesto se ho preferito i safari al tramonto o all’alba: beh posso dire che ci sono emozioni e atmosfere molto diverse. Ho comunque preferito quelli all’alba perchè la natura a quell’ora è silente, si sveglia piano piano e ti fa presagire con mistero molti avvistamenti.

Vi lascio con una bella gallery (troppo difficile selezionare le foto più belle) e qualche consiglio su come affrontare al meglio un safari.

 

Consigli per fare un safari con i bambini

Mio figlio ha 6 anni e credo che questa sia stata l’età più giusta per fargli provare l’emozione di una simile esperienza. Perchè di vera e propria emozione si tratta.

Per affrontare al meglio le ore sulla jeep, noi abbiamo portato un bel binocolo oltre che la sua macchina fotografica. Queste sue cose e la sua grande aspettativa di vedere gli animali della savana, lo hanno tenuto con l’attenzione sempre alta e con la schiena dritta per stare pronto a vedere tutto. 🙂

6 anni è anche l’età giusta per essere sicuri che tutte le raccomandazioni dei ranger vegano rispettate: dal non urlare alla vista delgi animali, allo stare a sedere sulla jeep quando si avvista un animale.

Indispensabile vestirsi a cipolla, con abiti anche molto pesanti. La mattina e dopo il calar del sole, la temperatura scende abbastanza e stando su una jeep aperta e in movimento, beh il freddo si sente. Non dimenticate nemmeno guanti e cappello!

E le vaccinazioni?

Noi non abbiamo fatto alcuna profilassi perchè innanzitutto viaggiavamo nel loro inverno, periodo in cui il rischio è davvero al minimo e poi perchè non siamo stati al Kruger, zona invece a rischio malaria.

Indipendentemente dalle nostre scelte personali, vi invito comunque a consultare il vostro medico, il vostro pediatra e soprattutto lo sportello ASL delle vaccinazioni internazionali che vi sapranno dire, in base al periodo, come è meglio orientarsi.

 


Per raggiungere la riserva privata di Mthethomusha bisogna seguire le indicazioni per Nelspruit e superare la cittadina in direzione Malelane per circa 35 km. Lungo la N4 si trova l’incrocio per Matsulo con dei venditori di frutta sulla destra. A questo incrocio occorre girare a sinistra e di nuovo subito a sinistra seguendo la strada bianca che indicherà il lodge. Da qui si attraversano 7km prima asfaltati e poi sterrati, verso il Gate Matsulo dove sarà necessario lasciare l’auto.

 


 

 

 

 

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