Cosa vedere nella Tuscia in 4 giorni

La Tuscia è l’antica terra degli Etruschi, che oggi comprende la provincia di Viterbo e l’alto Lazio. Vista la sua posizione vicina alla costa, ma anche alla capitale, ha visto nel corso dei secoli, anche il passaggio di re e personaggi facolotosi che hanno lasciato bellissime tracce nel panorama artistico e architettonico. Oltre a questo offre tanta natura, tra parchi, pianure e dolci colline.
Fatta questa premessa e avendo pochi giorni a disposizione, ecco cosa vi consiglio di vedere nella Tuscia in 4 giorni.
Noi abbiamo scelto come base Viterbo e da lì ci siamo spostati ogni giorno, oltre che ritagliarci del tempo per visitare questa bellissima città che, pensate, ha il centro storico medioevale più grande d’Europa.

Cosa vedere nella Tuscia > Primo giorno

Arrivando da Firenze, la nostra prima tappa è stata Bolsena.
Il lago di Bolsena è il lago vulcanico più grande d’Europa. Da qui, ma anche da tanti altri borghi della Tuscia, transita la via Francigena, tant’è che nei 4 giorni ci è capitato spesso non solo di vederne le indicazioni ma anche di incrociare qualche pellegrino.

La caratteristica di questo lago è la sabbia nera, data appunto l’origine vulcanica e l’acqua blu!

La visita al borgo di Bolsena l’abbiamo cominciata dalla Basilica di Santa Cristina risalente all’XI secolo, ma poi modificata nei secolo successivi come si vede dalla facciata. Al suo interno le testimonizanze del martirio della santa e del miracolo del 1632 quando un sacerdote vide delle gocce si sangue scendere da un’ostia consacrata.

Dalla Basilica abbiamo percorso il vicolo principale, passando per la Porta San Francesco fino alla fontana di San Rocco e da lì salendo per le scalinate che si inerpicano fino alla Rocca. Le scale si snodano tra antiche case, sottopassaggi e porte molto caratteristiche fino ad arrivare alla piazzetta costruita su più livelli dove si affaccia appunto Rocca Mondaledeschi della Cervara risalente al XIV secolo.
Perdersi nei vicoli in cima al vorgo è la cosa migliore per godersi gli scorci storici e una bella veduta.

Dopo una veloce sosta sul lungolago, ci siamo spostati a Capodimonte, un piccolo borgo posto su un promontorio a 300mt sul lago.

Devo dire che più del borgo, ci è piaciuto fermarci sul lungolago prima di arrivare ai piedi del promontorio e ammirare da lì il suo colpo d’occhio sul lago.
In ogni caso una passeggiata tra le sue vie, merita per ammirare alcune testimonianze medioevali ma soprattutto bizantine, rimaste qui, come la Rocca Farnese che da torre a pianta quadrata è diventata nel 1500 un palazzo aristocratico e vi fecero sosta tanti personaggi illustri transitati da qui, da Lucrezia Borgia a numerosi Papi.

La sosta senza dubbio più caratteristica sul Lago di Bolsena è quella che abbiamo fatto nel piccolo borgo di Marta, non tanto per i suoi monumenti ma quanto perchè è un autentico e antico borgo di pescatori. C’è infatti un vero e proprio borgo nel borgo, scendendo verso il lago, storicamente abitato da pescatori, dei quali si vedono adagiate sulla spiaggetta le barche colorate pronte per andare in acqua.

Nella restante parte del borgo, sempre di impostazione medioevale, si trova la Torre dell’Orologio costruito con i resti dell’antica Bisenzio e parte della Rocca costruita da Papa Urbano IV alla fine del XIII secolo e la piazza Umberto I dove si affacciano i principali palazzi storici di Marta.

L’ultima tappa di questo primo giorno l’abbiamo fatta a Montefiascone, conosciuto in tutto il mondo per il famoso vino prodotto proprio qui, l’Est!Est!Est!
Il borgo si trova a 600mt sul lago, proprio sull’orlo di un enorme cratere vulcanico, di fronte al borgo di Marta e rappresenta una delle tappe della Via Francigena in questa zona, dato che si trova esattamente a 100km dalla tomba di Pietro.

Entrando da una delle porte di accesso, abbiamo per prima cosa visto la Rocca dei Papi che si trova nel punto più alto del paese, scelto nei secoli come luogo di villeggiatura dei Papi e ampliata in seguito a ripetute ristrutturazioni. Oggi vi ha sede il Museo dell’Architettura, ma sono visitabili anche le cantine storiche per la conservazione del vino e salire sulla torre del Pellegrino.
Dalla Rocca abbiamo camminato attraverso le vie del centro fino al Duomo di Santa Margherita.
Arrivando a Montefiascone è ben visibile a qualche chilometro di distanza la sua cupola, realizzata nel 1674 da Carlo Fontana ha un diametro di 27 metri  ed è la quarta per grandezza in Italia, preceduta solamente da quella di San Pietro in Roma, da quella di Santa Maria del Fiore a Firenze e da quella del Pantheon.
Il duomo al suo interno ha una pianta ottogonale, abbastanza atipica con 7 cappelle lungo il perimetro e numerose pitture e sculture al loro interno.

La nostra passeggiata a Montefiascone è proseguita fino alla chiesa di San Flaviano (in alternativa potete raggiungerla in auto poichè bisogna attraversare il borgo e scendere ai piedi del colle).
Questa chiesa, dell’XI secolo, presenta nella facciata tre archi gotici e al suo interno alcune opere particolari per un luogo di culto cristiano.
Tra questi c’è il quadro che raffigura una rara danza macabra, tipica dell’iconografia medievale, dove tre scheletri dialogano con altrettanti personaggi a cavallo. All’interno si trovano capitelli tutti diversi uno dall’altro, scolpiti con personaggi o animali e belve feroci. Altra particolarità è la presenza della tomba di Johannes Defuk, protagonista della leggenda del vino EST! EST!! EST!!

Montefiascone> La Leggenda del vino Est!Est!Est!

Nell’anno 1111 il re Enrico V di Germania era in viaggio verso Roma per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero da Papa Pasquale II. Era accompagnato dalla sua corte e dal vecovo Johannes Defuk e decise di fare una sosta a Montefiascone.
Il vescovo era un grande intenditore di vini e lungo il viaggio aveva inviato il suo servo in avanscoperta per scovare per lui i miglior vini. Avevano concordato un messaggio in codice: quando Martino avrebbe trovato un buon vino, avrebbe dovuto scrivere la parola “Est” (in latino C’è) sulla porta della locanda per far capire al vescono di fermarsi e assaggiarlo. Quando il servo arrivò a Montefiascone, assaggiò il vino prodotto in questa zona e ne rimase colpito per la sua qualità e gusto, così che lascio scritta l parola in codice per ben tre volte con sei punti esclamativi: Est!Est!Est!!!

Quando il vescovo vide il messaggio e assaggiò il vino, fu talmente d’accordo con il giudizio che si trattenne a Montefiascone fino alla sua morte, causata proprio dall’eccesso di alcol.
Venne sepolto nella chiesa di San Flaviano dove tutt’oggi è incisa sulla lapide la frase “Per il troppo EST! qui giace morto il mio signore Johannes Defuk”.

Il vescovo lascio un’eredità di 24.000 scudi alla città di Montefiascone ma lasciò anche detto che ad ogni anniversario della sua morte, una botticella di vino venisse portata sulla sua tomba e fu così per molti secoli; ancora oggi Montefiascone lo ricorda con un corteo storico che ripercorre la storia di questa leggenda.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Cosa vedere nella Tuscia > Secondo giorno

Il nostro secondo giorno nella Tuscia lo iniziamo visitando Calcata, uno dei borghi più belli e particolari della Tuscia.

Si tratta infatti di un borgo medioevale arroccato su uno sperone di tufo, abitato fino al 1935, anno in cui per motivi di sicurezza fu abbandonato e rimase disabitato per circa 30 anni.
Negli anni ’60 fu dichiarato nuovamente agibile e un gruppo di artisti e hippie provenienti da tutto il mondo ne fecero la loro casa vista la posizione e la distanza dal caos dei grandi centri abitati e diedero una seconda vita al borgo di Calcata.
Al borgo si accede solo a piedi (troverete un parcheggio a pagamento salendo qualche tornante oltre l’ingresso al borgo). Oltre le mura, non c’è più segnale telefonico quindi ci siamo immersi completamente nell’atmosfera del borgo, entrando a visitare le botteghe degli artigiani, fermandoci per le bancarelle in piazza e camminando negli stretti vicoli con i portono colorati delle case, fino trovare la vista a strapiombo sulla Valle del Treja.

Lo scorcio più bello resta comunque quello da fuori, proprio lungo il camminamento prima di entrare nelle mura del paese.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Da Calcata ci siamo spostati a Sutri, l’antichissima città di Sutri chiamata così per le sue origini indietro nel tempo (fino all’età del bronzo) e da sempre abitata da fioriti civiltà.

La cosa che colpisce di questo borgo è la coesistenza dei resti di un antico insediamento etrusco, di un bellissimo anfiteatro romano e delle mura e l’architettura di un antico borgo medioevale.

Noi abbiamo parcheggiato nei pressi del teatro e abbiamo visitato per primo questo: un bellissimo esempio di anfiteatro ellittico in tufo con tre ordini di gradinate che poteva ospitare 5000 persone. Nel biglietto d’ingresso è inclusa l’audioguida che ci ha accompagnato alla scoperta della struttura. Oltre all’anfiteatro consente di visitare la necropoli rupestre, composta da 64 tombe scavate nel tufo, su più livelli e di diversa composizione (sia a tumulo che a camera) e il Mitreo, una cappella votiva dedicata alla Madonna del Parto ma in passato a San Michele Arcangelo che deve il suo nome ad un antico luogo di culto dedicato all’orientale dio Mitra. All’interno (le visite sono scaglionate ogni mezz’ora) ci sono dei bellissimi affreschi cristiani risalenti ad epoche diverse.

Uscendo dal Mitreo, si può proseguire la salita nel parco fino alla bellissima Villa Savorelli risalente al XXVIII secolo, circondata da un giardino all’italiana decorato di fiori e alberi da frutto. Attraversando il Bosco Sacro davanti alla Villa, si arriva poi fino ad una terrazza che affaccia proprio sopra l’anfiteatro romano.

Salendo su nel borgo, abbiamo visitato il Duomo, ovvero la Concattedrale di Santa Maria Assunta, edificata sui resti di un tempio pagano ma nello stile del romanico prima e poi decorata nel periodo barocco. Ma la cosa che mi ha colpito di più della chiesa è il suo bellissimo pavimento cosmatesco.

Passeggiando nel borgo, si può ammirare la struttura medioevale fatta di vicoli, edifici bassi e piazzette che si aprono all’improvviso. Uno dei punti più caratteristici è la Piazza del Comune, circondata da 3 campanili e l’Antico Lavatoio.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Nel pomeriggio ci siamo spostati a Ronciglione, un altro borgo medioevale della Tuscia, luogo di nascita di Marco Mengoni e da poco vincitore della X Edizione della trasmissione il Borgo dei Borghi.

Ma se devo dirvi la verità, la nostra visita a Ronciglione è iniziata con una sosta da nella pasticceria Pompi, famosissima per il suo tiramisù che qui nella Tuscia dove si coltivano le nocciole ha creato un connubio perfetto. Sosta consigliatissima per assaggiare una vera delizia dolce.

Il borgo è tipicamente medioevale con innesti di epoca rinascimentale che le danno un fascino particolare.

Cosa vedere nella Tuscia - Ronciglione

Il Duomo, i Torrioni della Rocca, la Fontana degli Unicorni, il borgo “di sotto” e le chiese sparse tra i violetti, fanno di Ronciglione uno dei più importanti centri storici e turistici della Tuscia che vale la pena visitare.

L’ultima sosta della giornata l’abbiamo fatta a Caprarola, un borgo dell’XI secolo, dove avremmo voluto visitare Palazzo Farnese, un palazzo rinascimentale risalente al dominio da parte dell’omonima famiglia che diede al borgo il suo massimo splendore.

Ma siamo arrivati tardi perciò ci siamo dovuto limitare a vederlo da fuori. Si trova nel punto più alto del borgo, percorrendo una lunga salita che fu realizzata proprio per dare al palazzo un ingresso trionfale. All’interno ci sono 6000 mq di affreschi tra pareti e soffitti, scale studiate appositamente per mandare messaggi segreti, stanze da ballo con particolari effetti acustici e una sala del Mappamondo dove si trova l’omonimo dipinto. A completare la bellezza della costruzione, i giardini con fontane, statue, grotte e labirinti.

Cosa vedere nella Tuscia > Terzo giorno

Per questa terza giornata della Tuscia, abbiamo scelto di visitare per prima cosa il Parco dei Mostri di Bomarzo, un giardino unico e suggestivo, famoso per le sue sculture bizzarre e misteriose.

Il parco fu realizzato nel 1500 dal Principe Vicino Orsini che creò nella sua tenuta un labirinto di simboli con lo scopo di suscitare meraviglia e dove poter vagare senza meta, in una combinazione di mitologia, simbolismo e creatività artistica.

Alla morte del Principe, il parco fu abbandonato e solo nel 1960 restaurato dalla Famiglia Bettini.

Vi consiglio, soprattutto nelle giornate di festa di visitarlo la mattina presto (apre alle 9 – costo del biglietto intero 13€, ridotto bambini dai 4 ai 13 anni 8€) e seguire l’itinerario che vi verrà consegnato all’ingresso per vedere tutte le statue e costruzioni che si trovano completamente immerse nella natura circostante. Le statue, dal Colosso, al Tempietto, la Casa Pendente, il Leone Morso, il Pegaso e tutte le altre, furono scolpite con le rocce che si trovavano sul posto, creando in loro espressioni, a volte minacciose e a volte più dolci, dinamiche architetterai misteriose che lasciano tanto spazio all’immaginazione.

La visita dura un paio d’ore circa. Per aperture straordinarie e altre info, consultate il sito del Sacro Bosco

Da Bomarzo abbiamo “tentato” di visitare il paese di Sant’Angelo, divenuto famoso per essere il paese delle fiabe, perché il suo centro storico e i suoi palazzi sono stati utilizzati per dipingere enormi murales ispirati alle più famose fiabeleggende e storie fantastiche.

Dico che abbiamo tentato, perché essendo un giorno di festa (Pasquetta), Sant’Angelo era letteralmente preso d’assalto e non siamo nemmeno riusciti ad avvicinarci con l’auto, nel tantomeno parcheggiare. Tenetelo in considerazione qualora vi trovaste nella stessa situazione.

Cosa vedere nella Tuscia -Parco dei mostri di Bomarzo

Ci siamo spostati quindi verso Vitorchiano, un altro bel borgo della Tuscia, dalle tipiche fattezze medioevali ben preservate, che contribuiscono a creare tra i suoi vicoli, un’atmosfera affascinante.

Vitorchiano è circondato da una doppia cinta muraria che divide la parte rinascimentale da quella medievale, costruita sfruttando gli antichi tracciati etruschi. Entrando da Porta Romana si arriva velocemente al Piazzale Umberto I che rappresenta proprio la linea di divisione tra le due anime del paese.

Tra le vie si aprono diverse chiesette e soprattutto è possibile ammirare i proferii delle abitazioni: le scale esterne che portano a dei veri e proprio balconi dove si trova l’ingresso alle case e nella parte inferiore è costituito da un arco a tutto sesto ribassato.

Infine, l’ultimi giorno (ma anche nelle serate precedenti) ci siamo dedicati alla scoperta di Viterbo, conosciuta come la Città dei Papi poiché fu sede del Conclave che elesse ben 5 Papi nel XIII secolo. Rappresentò in quel periodo un importante centro ecclesiastico di cui si possono ancora ammirare tanti edifici.

Cosa-vedere-nella-Tuscia---Viterbo

L’altra importante caratteristica di Viterbo è l’avere il quartiere medioevale più grande d’Europa, dove peraltro noi abbiamo soggiornato, in particolare nella zona di San Pellegrino, un vero gioiello di architettura e fascino. Vi elenco qui le principali attrazioni, chiese , fontane e palazzi da visitare ma credo proprio che ve ne parlerò in un articolo dedicato poiché merita tantissimo e ci ha davvero sorpreso:

  • Chiesa San Pellegrino
  • Chieda Santa Maria nuova
  • Piazza della Morte
  • Duomo di San Lorenzo e Palazzo dei Papi
  • Chiesa e fontana di San Silvestro
  • Chiesa di San Francesco alla Rocca
  • Chiesa di Santa Rosa
  • Fontana grande (con chiesa facciata rosa)

Cosa vedere nella Tuscia > Terzo giorno

Per l’ultimo giorno prima di rientrare a casa, abbiamo scelto di goderci mezza giornate alle Terme. La Tuscia è infatti una zona con una lunga tradizione termale che risale all’epoca etrusca, proseguita e valorizzata in epoca romana ma anche successivamente dai Papi che qui hanno soggiornato e hanno beneficiato delle loro proprietà terapeutiche.

Oggi è possibile scegliere tra Terme all’aperto e al chiuso, tutte che conservano l’atmosfera e l’architettura del passato.

Le più famose sono certamente le Terme dei Papi, ma volendo una situazione meno affollata (considerando il periodo in cui ci siamo trovati, ovvero Pasqua) abbiamo optato per le Therme Oasi. 

Si trovano nella campagna subito fuori la città di Viterbo, alimentate da una sorgente ricca di minerali, come zolfo, bicarbonato, calcio e magnesio, che conferiscono all’acqua proprietà terapeutiche benefiche per la pelle, i muscoli e le vie respiratorie.

L’ingresso giornaliero feriale costa 18€, la struttura ci è parsa pulita, con tutti i confort e la possibilità di fare il bagno nelle acque calde, stando all’aperto è molto affascinante. Le vasche sono abbastanza grandi e comunque gli ingressi sono contingentati quindi non si crea eccessivo affollamento.

Il bar all’interno è solo un bar e non si trova da mangiare ma di sabato sera è possibile acquistare un pacchetto per l’ingresso che include anche la cena.

Dopo una mattina di relax, avevamo bisogno di un pranzo sempre immersi in un atmosfera sempre un pò rurale. Proprio vicino alle terme (dando però retta ad una dritta del nostro host di Viterbo) ci siamo fermati alla fattoria Monte Jugo, una piccola azienda agrituristica specializzata nella produzione biologica ed ecosostenibile di formaggi di capra ma anche nella coltivazione di coltivando ortaggi, frutta, cereali e produzione di olio extravergine di oliva e vino biologico di alta qualità.

Cosa vedere nella Tuscia - Fattoria Monte Jugo

Da poco tempo la fattoria offre la possibilità di prenotare il pranzo oltre alle classiche degustazioni. Ci sono antipasti, primi piatti e dolci, tutti basati sui formaggi che producono. Un pranzo davvero delizioso in un’atmosfera familiare, una sosta che consiglio anche per acquistare qualche buonissimo prodotto da portare a casa.

Piaciuto il nostro itinerario nella Tuscia?

Vi aspetto nei commenti per curiosità o altri borghi che meritano di essere visitati!

 

 

Livorno: cosa vedere in 1 giorno

Se nominate Livorno, vi verrà sicuramente in mente un luogo di passaggio o meglio di partenza in nave verso la Sardegna o la Corsica.
E’ invece un’interessante città portuale da scoprire, tra fossi, ponti, canali, maestose piazze, monumenti e mercati. E non ultimo, il suo spiccato umorismo, a volte un pò spinto ma sempre molto spassoso! Perciò vi porto a scoprire cosa vedere a Livorno in 1 giorno, come abbiamo fatto noi in un bel sabato soleggiato di aprile.

Le origini di Livorno risalgono al 1300, costruita con l’intento di difendere la Repubblica di Pisa. Successivamente fu fortificata dalla famiglia dei Medici: Cosimo I la trasformò infatti in una vera roccaforte marina abitata da mercanti e uomini di cultura.

Ma Livorno è nota anche per le “Leggi Livornine” emanate tra il 1591 e il 1593, dal Granduca di Toscana Ferdinando I, per garantire la libertà di culto della popolazione ebraica e integrarli nella società. Il clima di tolleranza che si generò con queste leggi, portò in città rabbini e studiosi che qui trovarono rifugio a aiuto e ancora oggi non è difficile imbattersi in qualche sinagoga, camminando per il centro.

Livorno si gira comodamente a piedi, noi abbiamo lasciato l’auto davanti al Palazzo del Governo e da lí abbiamo girato per tutto il centro.

Livorno: cosa vedere in 1 giorno

Il nostro itinerario a piedi è iniziato da Piazza Grande, dove sorge il Duomo, la Cattedrale di San Francesco. La chiesa risale al ‘500, su progetto di Buontalenti, ma fu quasi completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale e successivamente ricostruita fedelmente.

Noi purtroppo lo abbiamo trovato chiuso, ma al suo interno ci sarebbe stato da vedere il Cristo Coronato di Spine di Beato Angelico.

Dalla piazza abbiamo percorso l’omonima Via Grande, la via principale della città che porta al mare, ricca di negozi e dove si affacciano alcuni importanti palazzi:

  • Palazzo Comunale
  • Palazzo Granducale
  • Palazzo della Dogana

Deviando dalla via dello shopping, ci siamo diretti al Mercato Centrale, meglio conosciuto come il Mercato delle Vettovaglie, costruito nel 1894 in vetro e ferro: una bellissima testimonianza del passaggio dal Neoclassicismo a l’Art Nouveau
Il mercato delle Vettovaglie è tra i più grandi mercati coperti d’Europa, insieme a La Boqueria di Barcellona, in Spagna.

Noi ci siamo immersi nell’atmosfera del mercato, entrando all’interno della struttura e facendoci largo tra le oltre 200 botteghe, dai banchi del pesce, della frutta e verdura, a quelli del pane e dei prodotti tipici. Un ottimo modo per entrare a contatto con l’essenza di questa città!

Orari d’apertura: i banchi sono aperti tutti i giorni dalle 5.30 alle 15.

Livorno in 1 giorno: mercato e duomo
Livorno in 1 giorno: mercato e duomo

Livorno: cosa vedere in 1 giorno

Dal mercato centrale, ci siamo spinti verso il mare, passando nei pressi della sinagoga, fino ad arrivare a Piazza Micheli per vedere il Monumento dei 4 Mori, il monumento simbolo della città.

Ferdinando I de’ Medici amava Livorno, lavorò per il suo sviluppo e allo stesso tempo combattè i pirati che attaccavano la città dal mare.

Il monumento è composto da due parti distinte: la statua in marmo di Carrara di Ferdinando I, al centro, commissionata nel tentativo di autocelebrarsi e i 4 Mori in bronzo, incatenati ai suoi piedi.

In realtà Ferdinando non vide mail il monumento, inizialmente dedicato esclusivamente a lui, perché fu finito successivamente alla sua morte e inaugurato dal figlio Cosimo II nel 1617.
I 4 Mori furono aggiunti qualche anno dopo, insieme ad alcuni trofei appartenuti ai corsi: una scimitarra, un turcasso, un arco e un turbante.

La bellezza delle 4 statue in bronzo e i dettagli della rappresentazione, hanno fatto passare in secondo piano il momento toccante che raffigurano, motivo per cui negli anni i Livornesi hanno rinominato il monumento dedicandolo proprio ai 4 Mori.

Livorno cosa vedere in 1 giorno: la statua dei 4 mori

Da qui è poi anche possibile avere un bel punto di vista sulla Darsena Vecchia, i pescherecci fermi e, guardando il mare, a destra, sulla Fortezza Vecchia, la prima fortificazione costruita dai Medici intorno al 1530, appena presero il potere a Livorno.

Nello spazio che circonda il monumento c’è poi una particolarità: esiste infatti un punto esatto in cui si vedono tutti e 4 i nasi dei Mori contemporaneamente. E trovarlo pare che porti fortuna!

Tornando verso l’interno della città, ci siamo diretti verso Piazza della Repubblica, una delle più belle di Livorno con i monumenti dedicati ai granduchi di Toscana, Ferdinando III e Leopoldo II.

E’ anche la più grande piazza ponte d’Europa poiché è stata costruita sopra il Fosso Reale, il fossato che un tempo segnava l’inizio della linea difensiva della città. I Livornesi la chiamano anche Il Voltone, per la grande volta che copre il Fosso e fa scorrere l’acqua sotto la piazza-ponte.

Livorno in 1 giorno: piazza della repubblica
Livorno in 1 giorno: piazza della repubblica

Livorno: cosa vedere in 1 giorno

Da Piazza della Repubblica ci siamo diretti verso la Fortezza Nuova, costruita alla fine del 1500  dal Buontalenti per volere di Francesco I dei Medici che volle creare un nuovo spazio protetto per gli abitanti di Livorno.

La Fortezza ha una forma di pentagono protetto da una cinta muraria e da un sistema di fossi ed è costruita in mattoncini rossi e pietra serena. Venne successivamente in parte abbattuta per fare spazio ai due nuovi quartieri della Venezia e San Marco, realizzati per far fronte alla forte crescita demografica del 1700.

Durante la seconda guerra mondiale divenne rifugio di molti livornesi che ci rimasero addirittura ad alloggiare fino agli anni ’60. Al suo interno oggi ospita un parco pubblico e un salone per manifestazioni culturali.

Il quartiere che rappresenta per eccellenza Livorno è quello chiamato Venezia Nuova, l’unico tra l’altro che dopo la Seconda Guerra Mondiale ha potuto conservare intatti gran parte dei suoi monumenti storici ed architettonici.

Si tratta di una zona costruita intorno ai canali che portano il mare fin dentro la città. Ma non è solo per la sua somiglianza a Venezia che ne deve il nome. Quando nel ‘700 Livorno visse una forte espansione e un importante incremento demografico, furono infatti chiamati in città i maestri veneziani, gli unici in grado di costruire le case sull’acqua. Così prese vita un nucleo commerciale e abitativo, collegato al porto da vari canali, dove proprio dall’acqua si accedeva e sono tutt’ora visibili, alle cantine, con le botteghe al piano strada e le abitazioni più in alto.

Oggi è un quartiere pieno di locali e ristoranti che si affacciano sui canali.

Livorno: cosa vedere in 1 giorno

Ripresa l’auto, ci siamo avvicinati al mare per passeggiare sul lungomare e soprattutto sulla celebre Terrazza Mascagni, dedicata al celebre compositore livornese.

Si può dire che la pavimentazione a scacchiera sia un altro celebre simbolo e segno di riconoscimento di Livorno.
Qui un tempo sorgeva un belvedere di difesa (il Forte dei Cavalleggeri) e solo negli anni ’30 fu trasformata in una terrazza con vista sul mare e spazio in abbondanza per concerti, passeggiate e divertimento all’aperto. La casina a forma di tempietto fu distrutta nella seconda guerra mondiale e ricostruita identica e le macerie della guerra furono anche usate per allargare la terrazza fino alle dimensioni attuali.

Oggi il contrasto che fanno le 34mila piastrelle bianche e nere, la balaustra formata da 4 mila colonnine e la vista sul mare, ne fanno sicuramente un luogo suggestivo per passeggiare e scattare foto.

Infine se avete bambini, vi consiglio una visita all’Acquario di Livorno, proprio sul Lungomare.
Noi c’eravamo stati qualche anno fa, in questo articolo trovate la nostra esperienza.

Livorno: cosa vedere in 1 giorno

Ripresa l’auto, ci siamo diretti verso il Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero che risale al 1345.

Quell’anno nel giorno della Pentecoste, il 15 maggio, un pastore storpio trovò l’immagine miracolosa della Vergine Maria in Piazza delle Carrozze e pare che la Vergine gli chiese di portala  sul colle di Montenero, luogo già conosciuto come rifugio di briganti e per questo considerato il “monte del diavolo”. Dopo mille peripezie l’uomo arrivò in cima al colle e si accorse di non zoppicare più. Da qui la devozione verso la Vergine e la costruzione del Santuario dove oggi è possibile vedere tanti ex voto che riempiono la chiesa.

Oltre a questa versione più leggendaria, esistono altre versioni sul ritrovamento di questa immagine e di come fu condotta fin qui, sta di fatto che nel tempo la sua popolarità è cresciuta. Tanti sono gli ordini di frati che si sono avvicendati nella sua custodia, fino a che nel 1792 i monaci benedettini di Vallombrosa lo hanno preso in carico e ampliato fino all’attuale struttura.

Abbiamo visitato la chiesa in stile puro barocco con stucchi e colonne di marmo, dove al centro dell’altare c’è l’immagine della Madonna, dalla quale prende il nome l’interno complesso monastico e la galleria ex-voto donati per le grazie ricevute.

Nel percorso si attraversa anche la galleria dei comuni dove sono esposti tutti gli stemmi dei comuni toscani che sono stati donati alla Vergine, proclamata patrona principale della Regione dal 1947.

Livorno: cosa vedere in 1 giorno >> dove mangiare

Qui si è concluso il nostro itinerario di 1 giorno a Livorno e dintorni ma prima di chiudere il mio articolo voglio consigliarvi un posticino dove mangiare.

Abbiamo cercato e trovato un posticino caratteristico lungo i canali del quartiere Venezia Nuova.

I l ristorante si chiama proprio L’Antica Venezia, gestito da ragazzi giovani molto gentili e attenti al servizio. Non potevamo che assaggiare i piatti più tipici di Livorno, a cominciare dal famoso cacciucco (con 5 C), il baccalà alla livornese e per finire con il ponce alla livornese! Si tratta di una bevanda tipica di Livorno, che i cittadini considerano un rimedio naturale contro qualunque acciacco. Per scoprirne gli ingredienti, non vi resta che assaggiarlo!

Livorno in 1 giorno dove mangiare

Cosa vedere a Lione in un giorno

Lione si trova in posizione strategica nel cuore della Francia. Per noi è stata la tappa ideale per spezzare il viaggio verso la Bretagna e Normandia.
Non è facile scegliere cosa vedere a Lione in un giorno ma si è rivelata una tappa molto interessante dal momento che possiede il più grande quartiere rinascimentale d’Europa dopo Venezia.

Si sviluppa dove il Rodano e la Soana si uniscono e racchiude un patrimonio storico-culturale molto ricco, distribuito nel suoi quartieri più antichi.

Lione è suddivisa in tre grandi zone, dichiarate nel 1998 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco:

  • la Fourviére, conosciuta anche come la collina che prega, dato che qui sorge l’omonima basilica
  • la Croix-Rousse altrimenti detta la collina che lavora perché sede della storia industria tessile lionese
  • la Presqu’île, la penisola posta nel punto in cui Rodano e Soana confluiscono, ricca di palazzi rinascimentali e che racchiude la Vieux-Lyon

Essendo quindi abbastanza estesa e avendo solo un giorno abbiamo dovuto fare una selezione delle zone e attrazioni da visitare.

Cosa vedere a Lione in un giorno

La Basilica di Notre-Dame de Fourvière

Questa Basilica rappresenta per molti il simbolo di Lione. Ben visibile dalla passeggiata lungo il fiume, sembra avere le sembianze di un elefante rovesciato.

cosa vedere a Lione in un giorno - la cattedrale di Fourviéreac

Si tratta del più imponente edificio sacro di Lione, costruito a partire dal 1870 e dedicato all’immagine di una Madonna del 1500 (visibile nell’omonima cappella all’interno) e alla quale vengono attribuiti numerosi miracoli. Motivo per il quale questa basilica è meta, ogni anno, di 2,5 milioni di pellegrini! E la collina dove è situata prende per questo motivo il nome di “collina che prega”.

Cattedrale di Saint Jean

Ai piedi della collina di Fourviére e nel cuore della Vieux Lyon, si trova la Cattedrale, costruita tra il XII e il XV secolo e teatro di alcuni eventi storici come il matrimonio tra Enrico IV e Caterina de’Medici.

Essendo stata costruita a cavallo di tre secoli, racchiude nel suo stile architettonico, la transizione dal romanico (visibile nell’abside) al gotico (ben rappresentato in facciata con il rosone centrale).

All’interno è anche presente uno dei più antichi orologi astronomici d’Europa che dal XIV secolo conserva i suoi meccanismi originali e ha riportato fino al 2019 la data, la posizione della luna, del sole e della terra.

cosa vedere a Lione in un giorno - Cattedrale di Saint Jean

Cosa vedere a Lione in un giorno

Les Traboules

Una delle cose più caratteristiche di Lione sono senza dubbio i Traboules. Si trovano nella Vieux Lyon e si tratta di stretti passaggi pedonali che permettono di passare da una strada all’altra in modo perpendicolare, anche attraversando gli stessi edifici.

Nel Rinascimento, Lione vide una forte espansione urbana e furono costruiti in modo caotico molti edifici che andranno ad innescarsi nel reticolo di strade medioevali. Così, per evitare eccessive deviazioni ai pedoni, furono costruite queste scorciatoie che poi furono particolarmente usate dagli artigiani della seta per trasportare velocemente le merci fuori dalle officine senza farle bagnare in caso di pioggia.

Nel corso degli anni e dei secoli furono poi usati per molti scopi, non ultimo come rifugio dei partigiani dai nazisti.

Dei 300 Traboules originari, molti sono oggi chiusi o privati. Quelli visitabili si trovano in Rue St. Jean 54 e 27 e in Place du Gouvernement.

La Presqu’île

E’ la penisola formatasi nel punto di confluenza tra i fiumi Rodano e Soana e rappresenta il cuore della città.

Qui si trovano alcune delle principali attrazioni della città, i Traboules e la Cattedrale di san Giovanni, ma anche vecchie botteghe artigiane.

Il cuore del quartiere è rappresentato da Place de Terraus, con il Municipio e la bella fontana di Auguste Bartholdi, lo scultore francese che realizzò la Statua della Libertà.

Mur des Canuts

E’ il più grande murales d’Europa, realizzato nel 1987. Si trova sulla collina che lavora e si estende per 1000 mq sulla facciata di un edificio. Ritrae scene di vita quotidiana in città ma anche personaggi tipici, più o meno famosi ma tutti nati proprio a Lione: i fratelli Lumière, l’imperatore Claudio e Joseph Marie Jaquard, inventore dell’omonimo tessuto.

Piazza Bellecour

Questo slideshow richiede JavaScript.

Questa è la piazza più grande di Lione, oltre che la piazza pedonale più grande d’Europa, dove confluiscono le 3 principali arterie cittadine piene di negozi.

Al centro si trova la statua di Luigi XIV con alcune statue allegoriche e sempre nella piazza è ben visibile la statua del Piccolo Principe e del suo autore Antoine de Saint-Exupéry, nato proprio a Lione.

E’ la piazza più amata dai giovani lionesi che si ritrovano qui la sera o nei week end. E sempre da qui si gode anche di un bel panorama sulla collina Fourviére.


Dove alloggiare a Lione

Noi abbiamo scelto l’Hotel Lyon Charité. Hotel senza grandi pretese ma funzionale. La nostra camera tripla era abbastanza piccola ma per una sosta di passaggio, è stata più che sufficiente. La nota più positiva, la colazione: molto buona e curata nei dettagli. Davanti all’hotel un comodo parcheggio multipiano.

Dove mangiare a Lione

Essendo capitati a Lione il 14 agosto e oltretutto di domenica, la maggior parte dei locali che ci avevano suggerito erano chiusi.

Abbiamo trovato aperto il Birrificio Viktor con dei bei tavoli all’aperto nel giardino pubblico. Un’ampia scelta di birre artigianali e panini con l’hamburger buoni anche se nelle foto sembravano più abbondanti. Tutto sommato buono da consigliare!

Corciano: il borgo in Umbria con il suo magico presepe

Tra i borghi più belli d’Italia c’è Corciano in Umbria. Noi lo abbiamo visitato durante il periodo delle feste natalizie, apprezzandone ancora di più la sua atmosfera medioevale e caratteristica.

Corciano: il borgo in Umbria –  la storia

Il nucleo antico di Corciano si trova in una posizione elevata su una collina completamente ricoperta di ulivi e conserva la sua struttura di castello medioevale, circondato dalle mura quattrocentesche, le torri e solo un’ultima porta rimasta intatta, porta S.Maria.

Corciano in Umbria Porta Santa Maria

Rappresentava all’epoca il più importante castello del territorio perugino; al sio interno le case in pietra sono disposte a corona su più dislivelli. Così camminando tra le sue stradine acciottolate, si arriva concentricamente fino alla sua cima.

Di giorno, dal punto più alto si può ammirare un panorama che spazia dal lago Trasimeno al Monte Amiata, ai Monti Martani.

Corciano: il borgo in Umbria –  il presepe

Dalla metà degli anni Ottanta, grazie all’idea e al lavoro del parroco di Corciano di quei tempi, nel periodo natalizio, il borgo diventa teatro di uno dei più spettacolari presepi umbri.
Don Franco Pulcinelli ebbe infatti l’idea di ricostruire tra le strette vie del borgo, l’atmosfera di Betlemme ai tempi della Natività.

Realizzo così un presepe con decine e decine di statue di terracotta a grandezza naturale che tutt’ora rappresentano la vita dometistica e i lavori artigianali che si svolgevano a Betlemme, l’Annunciazione dell’Angelo, la nascita di Gesù con la grotta e i pastori, la cometa e i Re Magi.

I vicoli, le scale e le piazzette di Corciano prendono così vita, anche grazie agli effetti sonori che accompagnano la rappresentazione. Sembra proprio di essere catapultati in un’altra epoca e di sentire i rumori degli artigiani, chi affila coltelli, chi vende il pane, chi porta le pecore, chi carda la lana, chi passa a cavallo.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Il presepe è visitabile gratuitamente ogni anno, da metà dicembre al 6 gennaio.

Se siete in Umbria in quel periodo, vi suggerisco veramente di visitarlo per vivere un’esperienza immersiva nell’atmosferma natalizia.

Vuoi visitare altri borghi in Umbria? Forse possono interessarti questi articoli!

Il Lago Trasimeno e il borgo di Castiglion del Lago

Due borghi vicino il lago Trasimeno: Panicale e Mugnano